La Chiesa
La chiesa di Sant'Jacopo in Lupeta si trova a mezza costa sul monte, immersa tra i verdi oliveti che segnano il paesaggio circostante.
L’edificio romanico di grande suggestione e bellezza è costruito con materiali perfettamente squadrati, che spiccano per la bicromia. La singolarità di questa costruzione consiste nell’aver abbinato caratteristiche strutturali monastiche, come la pianta a croce commissa, a motivi decorativi ispirati alla cattadrale pisana, come le losanghe.
La chiesa è affiancata da un imponente torre campanaria, ad essa preesistente e un tempo funzionante come torre di controllo, e da una villa ottocentesca, che ha sostituito le precedenti strutture monastiche.
Abbattuto nel secondo conflitto mondiale, il campanile è stato in parte ricostruito nelle stesse forme su progetto del soprintendente Piero Sanpaolesi. Seguendo un sentiero tra gli olivi si arriva alla vicina chiesa di Sant'Andrea in Buscione, oggi comunemente conosciuta come Sant'Andrea in Silva e trasformata in proprietà privata.
Descrizione »
La chiesa presenta l’impianto a T caratteristico degli ordini monastici. Manca l’abside, di cui la documentazione archivistica e grafica non fornisce informazioni. Sappiamo che alla fine del Settecento l’area della controfacciata, situata su un terreno in pendenza, aveva seri problemi statici. Soltanto con i lavori dell’ing. Sanpaolesi, negli anni Cinquanta del Novecento, si è provveduto a consolidare il terreno e rifare completamente la struttura.
La facciata della chiesa è spartita orizzontalmente da una cornice marcapiano e presenta un accentuato sviluppo verticale, marcato da quattro lesene. Il fianco destro, pur molto rimaneggiato nel secondo dopoguerra, presenta i segni di strutture preesistenti che si appoggiavano alla chiesa: probabilmente un portico o un chiostro.
Sul fianco sinistro si nota una muratura fortemente bicroma, che presenta tracce di lavorazione della pietra eseguite con strumenti diversi, segno probabile della compresenza di diverse maestranze all’interno dello stesso cantiere.
La torre campanaria, costruita con una muratura meno specializzata, probabilmente era preesistente e funzionava come torre di controllo del territorio.
La chiesa nelle sue forme originarie è stata costruita con una perfetta tecnica costruttiva in pietre squadrate di breccia di Caprona e scisti neri. Gli interni sono caratterizzati da uno stile molto sobrio e dalla presenza di alcune nicchie portalampade che servivano per illuminare la chiesa nelle ore notturne di preghiera.
Storia »
La chiesa, inizialmente dedicata a San Mamiliano, è attestata per la prima volta nell’VIII secolo come appartenente ad un complesso monastico di origine privata. Nel documento il fondatore, un certo Rotperto, dona la chiesa ad Andrea, vescovo di Pisa.
In seguito a questa donazione, il complesso perde la sua funzione monastica e assume lentamente le caratteristiche di una sede canonicale. Nel XIV secolo la chiesa è affidata agli eremitani di Sant'Agostino.
Agli inizi del XVI secolo la proprietà del complesso passa al Capitolo della Cattedrale di Pescia a cui rimarrà fino alla seconda metà dell’Ottocento quando sia la chiesa che le strutture monastiche verranno alienate a privati.
Opere »
Sulla facciata e all’interno della chiesa sono murate due lastre scolpite a bassorilievo, la cui datazione e interpretazione rimangono ancora oggi dubbie. Potrebbero essere due reimpieghi appartenenti alla preesistente chiesa monastica: vengono per questo datati tra l’VIII e il X secolo.
I personaggi scolpiti sulla lastra posta all’esterno raffigurano profeti, identificabili con Daniele, Abacuc e Giobbe. La lastra collocata all’interno invece potrebbe essere interpretata come figurazione simbolica della Passione di Cristo e della lotta tra Cristo e Satana.
L’architrave del portale centrale è scolpito con motivi vegetali; su questo poggia una lunetta a sesto rialzato. Una testa di toro è stata scolpita sulla mensola di una lesena della facciata.
All’interno nel transetto si conservano resti di affreschi risalenti al XIV secolo: sono per lo più ritratti di santi. Tra questi è riconoscibile il vescovo San Mamiliano, a cui era dedicata in origine la chiesa. Alcuni studiosi hanno avanzato l’ipotesi di un’attribuzione al pittore pisano Neruccio di Federigo.
Sul transetto rimangono anche tracce di un affresco più antico, risalente alla fine dell’XI -inizi del XII secolo, raffigurante tre personaggi. L’opera è attribuita ad uno sconosciuto maestro di scuola pisana.
Restauri »
Durante la seconda guerra mondiale il campanile è stato minato, rovinando in parte sulla chiesa.
Tra il 1951 e il 1968 l’architetto della Soprintendenza Piero Sanpaolesi ha avviato un’intensa campagna di restauri al complesso di Lupeta, durante la quale sono stati risistemati i tetti, ricostruita la parte tergale della chiesa in laterizio, riprese le murature, riaperte le monofore, eliminate le superfetazioni ottocentesche. La torre campanaria è stata ricostruita per anastilosi impiegando i materiali originari.
Di questo intervento Sanpaolesi ha lasciato nell’archivio storico della Soprintendenza di Pisa un prezioso diario manoscritto e alcuni interessanti schizzi sul modo di eseguirli.
Bibliografia »
A. Del Chiaro, S. Renzoni, F. Trombi, Vicopisano. Il patrimonio culturale, Pisa, Pacini, 2000.
M. L. Ceccarelli Lemut, S. Renzoni, S. Sodi, Chiese di Pisa 2. Guida alla conoscenza del patrimonio artistico, Pisa, ETS, 2001.
A. Martini, L. Benassi, Pisa. Capolavori della fede, Pontedera, CLD, 2005.
M. Burresi, A. Caleca, Affreschi medievali a Pisa, Pisa, Pacini, 2003.
Dove si trova