La Chiesa
Inserita all’interno del suggestivo Parco Termale di Uliveto, la chiesetta di San Martino al bagno è collocata in un’area stretta tra i fronti di cava di calcare del Monte Pisano e il fiume Arno.
L’edificio, un piccolo gioiello di architettura romanica, è stato realizzato con una perfetta tecnica costruttiva che conferma la presenza di maestranze altamente specializzate itineranti sul territorio pisano. Privo di decorazioni scultoree, l’edificio a navata unica con abside ha piccole dimensioni e un insolito campanile a vela sulla facciata.
Un tempo sulla chiesa aveva il patronato la famiglia nobile pisana dei Lanfreducci, poi passato ai Lanfranchi.
Descrizione »
La chiesa di San Martino al bagno è situata all’interno del Parco Termale di Uliveto.
Il prospetto principale, opposto all’abside, è privo di portale e finestre. Sormontato dal campanile a vela, ha al centro un’apertura crucifera che lascia filtrare la luce all’interno. Il portale di accesso principale si apre invece sul fianco laterale rivolto a sud.
La chiesa, di cui non si hanno notizie documentarie fino al XIII secolo, appartiene alla tipologia delle chiese parrocchiali di patronato privato, caratterizzate da piccole dimensioni, aula unica, campanile a vela, tecnica costruttiva altamente specializzata. Le famiglie nobiliari costruivano con ingenti risorse chiese di questo tipo come espressione del proprio status sociale.
Pur essendo di piccole dimensioni, la chiesa è stata costruita con una tecnica costruttiva altamente specializzata, realizzata con pietre squadrate di breccia del Monte Pisano.
La chiesa è rimasta pressochè inalterata fino ai giorni nostri. È documentato un importante restauro nel Seicento ad opera della famiglia Lanfreducci, patrona dell’edificio. Il restauro è ricordato da un’epigrafe e dallo stemma di famiglia apposti sul prospetto esterno.
Storia »
La tradizione fa risalire la costruzione di questa chiesa intorno all’anno mille; tuttavia la prima attestazione che ne documenta l’esistenza risale al 1282, quando si trova citata tra gli edifici religiosi dipendenti della vicina pieve di San Casciano a Settimo.
Le caratteristiche architettoniche la inseriscono nella tipologia delle chiese parrocchiali di patronato privato, costruite nel medioevo dalle famiglie più potenti del territorio come segno distintivo della propria condizione economica e sociale.
In ambito rurale questa tipologia di chiesa poteva svolgere anche una funzione di magazzino delle derrate alimentari e di postazione per la difesa del territorio.
Restauri »
Agli inizi del Seicento il cavaliere e priore dell’ordine di Malta Francesco Lanfreducci, patrono della chiesa, commissiona alcuni restauri con lo scopo di risistemare e abbellire la struttura. In questa occasione viene probabilmente aperta la porta laterale e l’altare viene dotato di una pala raffigurante San Martino. Per ricordare l’iniziativa vengono apposti lo stemma della famiglia e un’iscrizione in marmo.
Nel secondo dopoguerra la chiesa è stata riparata dai danni bellici ed è stata riportata all’aspetto romanico originario.
Bibliografia »
M. L. Ceccarelli Lemut, S. Renzoni, S. Sodi, Chiese di Pisa 2. Guida alla conoscenza del patrimonio artistico, Pisa, ETS, 2001.
A. Del Chiaro, S. Renzoni, F. Trombi, Vicopisano. Il patrimonio culturale, Pisa, Pacini, 2000.
Dove si trova