La Chiesa
Appoggiata sul fianco dei dolci rilievi che conducono all’altopiano delle Pizzorne, la Pieve di San Giorgio di Brancoli si affaccia sugli ultimi tratti della valle del Serchio. Dal sagrato della chiesa lo sguardo si perde verso la piana lucchese, riuscendo a scorgere quando l’aria è più limpida anche lo svettare dei campanili entro le mura di Lucca.
L’imponente campanile addossato alla facciata fa da sentinella ad un edificio in cui i caratteri medievali possono essere ammirati ancora oggi nella loro straordinaria ricchezza: evidente è il classicismo dell’insieme, che raccoglie nelle pianta basilicale e nei lisci paramenti l’esempio del San Alessandro di Lucca, anch’essa edificata, come la Pieve, nella seconda metà dell’XI secolo, nel clima di riforma spirituale della chiesa innescato dal vescovo Anselmo da Baggio, divenuto poi papa con il nome di Alessandro II.
Un unicum per qualità e completezza è la decorazione scultorea della chiesa: dalla scultura architettonica, coeva all’edificazione, all’arredo presbiteriale, più tardo di un secolo.
Descrizione »
La chiesa ha pianta basilicale a tre navate senza transetto e con abside semicircolare. A sostegno delle arcate troviamo, per ciascun lato e a partire dalla facciata, una successione di un semipilastro, due colonne, un pilastro in corrispondenza del recinto presbiteriale, una colonna e un semipilastro, con capitelli corinzi nella maggior parte dei casi: fanno eccezione i capitelli di pilastro – l’uno con angeli, l’altro composito – e il capitello della seconda colonna di destra, con protomi umane e animali agli angoli.
Capitelli figurati provenienti dalla pieve sono conservati nel Museo Nazionale di Villa Guinigi a Lucca. Il paramento murario, in calcare bianco di Santa Maria del Giudice, presenta una straordinaria omogeneità: i conci sono perfettamente squadrati e disposti con regolarità secondo una tecnica pseudoisodoma che alterna filari di maggiore e minore spessore. Nell’abside, una teoria di archetti ciechi è sostenuta da mensoline figurate.
L’architrave del portale che si apre nel fianco sud è invece decorato con la raffigurazione di un enigmatico personaggio dalle grandi mani.Il massiccio campanile è eretto su un ampio basamento a due gradoni e addossato alla parte sinistra della facciata della chiesa: solo la parte bassa, con una muratura a bozze di calcare bianco e grigio, è databile all’XI secolo.
Storia »
La chiesa di San Giorgio diventa pieve nel 1097, quando l’intera area, nella quale soleva risiedere Matilde di Cannossa, registra un notevole sviluppo demografico ed una nuova centralità nello scenario socio-politico lucchese, divenendo al contempo territorio di stretta dipendenza dal vescovato. Fino al 1097 l’intera Brancoleria dipendeva invece dalla Pieve di Sesto di Moriano, come risulta anche dal primo documento in cui il San Giorgio viene citato, nel 772. Una chiesa esisteva quindi già in epoca altomedievale, ma non sono più individuabili resti di questa primitiva costruzione.
L’edificio attuale è stato probabilmente edificato in concomitanza con l’elevazione al rango di pieve, mentre di qualche decennio precedente potrebbe essere la parte inferiore del campanile, la cui tecnica muraria indirizza verso una datazione alla prima metà dell’XI secolo.
Si continua a registrare l’importanza della pieve fino a tutto il XIII secolo (nella cui prima metà si collocano importanti intereventi all’arredo interno) grazie alla posizione geografica di dominio sull’ingresso della valle del Serchio e il conseguente ruolo nelle lotte politiche di questi decenni per la conquista della Garfagnana.
Con il XIV secolo invece sono documentate difficoltà progressivamente maggiori per le quali periodicamente i documenti registrano la necessità, non sempre accolta, di procedere ad interventi di manutenzione e restauro dell’edificio.
Opere »
Nella pieve di San Giorgio sono conservate importanti opere di epoca medievale. Coevi alla costruzione della chiesa, tra fine dell’XI e l’inizio del XII secolo, sono i colonnini utilizzati per sostenere l’altare, probabilmente residuo di un arredo presbiteriale precedente l’attuale: sono avvicinabili, come anche un’acquasantiera a protomi umane presente in chiesa fino a pochi anni fa e firmata dallo scultore Raito, ai capitelli delle colonne e dei pilastri.
Circa un secolo più tardi, tra la fine del XII e l’inzio del XIII, uno scultore vicino al Guidetto che firma nel 1204 la facciata della Cattedrale di Lucca esegue il recinto presbiteriale, il fonte battesimale ed un pulpito a cassa impostato su quattro colonne, due delle quali rette da splendidi gruppi di leoni in lotta.
In chiesa sono presenti anche una croce dipinta della fine del XIII secolo ed un’Annunciazione di Giuliano di Simone (seconda metà XIV secolo) nella testata della navata sinistra, unico lacerto di una più estesa decorazione a fresco.
Restauri »
Nei secoli successivi al medioevo la chiesa è stato oggetto di alcune modifiche che sono state poi annullate in restauri del XIX e del XX secolo volti a ripristinare la situazione iniziale: in particolare erano state costruite false volte a mascherare le capriate ed era stata smontata la recinzione presbiteriale, che non viene mai nominata nelle visite pastorali e che nell’Ottocento è documentata utilizzata come pavimentazione della zona presbiteriale.
Dopo il terremoto del 1923 si procede ad un intervento di consolidamento della struttura che registra anche il parziale rifacimento del campanile a partire dalla prima bifora. Nel 1937 si dà poi avvio ad un altro intervento, che verrà completato solo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, nel corso del quale vengono eliminate le strutture addossate all’abside, si ricolloca la recinzione presbiteriale e si riparano i danni causati dalle artiglierie a campanile, tetto della chiesa e muri perimetrali.
Bibliografia »
M.T. Filieri (a cura di), Lucca, Milano 2000, pp. 176-178.
C. Taddei, Lucca tra XI e XII secolo: territorio, architetture, città, Parma 2005, pp. 295-311.
G. Tigler, Toscara romanica, Milano 2006, pp. 272-273.
Dove si trova