Le chiese

A pianta allungata, è formata da un’unica navata con capriate a vista, terminante in un’abside semicircolare con conca absidale. La navata e l’abside sono coperte da un tetto in lastre di scisto. La chiesa è costruita in pietra da taglio, con blocchi molto regolari disposti ordinatamente, a giunti sottili. Il timpano della porta occidentale ha scolpita una scena raffigurante la tentazione di Eva in presenza di Adamo. Nell’angolo sud-orientale della navata si eleva un piccolo campanile coronato da un frontone triangolare.

Realizzata nel corso della prima metà del XIII secolo, è da collegare alla chiesa di Santa Maria de Corsoli (altra frazione di Cambia), edificata con ogni probabilità nello stesso periodo. Si distingue tuttavia da quest’ultima soprattutto per la sua decorazione dipinta quattrocentesca. Se ne ha menzione nella descrizione della Corsica redatta nel 1531 da monsignor Giustiniani, vescovo del Nebbio, nonché nella relazione di monsignor Mascardi concernente la sua visita del 1589. Accoglie a quel tempo i fedeli di San Quilico de Vallerustie. Si ha ragione di presupporre, anche se l’ipotesi non è attestata dalla documentazione, che l’edificio assume pertanto in quest’epoca una funzione parrocchiale.

L’interno della chiesa è ornato da una decorazione dipinta datata XVI secolo. Il coro è delimitato da un fregio geometrico, completato da false arcatelle fiorite e da motivi di carta piegata. Al centro dell’abside è rappresentata la Trinità, composta da Dio Padre, dal Cristo Crocifisso e dalla Colomba dello Spirito Santo che esce dall’ovale della mandorla. Nella parte inferiore figurano gli Evangelisti e la Vergine con il Bambino. La decorazione del muro orientale sovrastante l’abside rappresenta invece un S. Michele Arcangelo, vestito di una ricca armatura, che abbatte il drago. Quest’ultimo solleva una zampa per far pendere la bilancia tenuta dall’Arcangelo. Dalla parte opposta del muro, si vede anche Santa Giuditta, madre di S. Ciro (a cui la chiesa è dedicata). Nell’abside si legge l’iscrizione “…ARIANI FECIT”, che svela una parte del nome dell’autore di questa decorazione dipinta classificata Monumento storico nel 1976.

Non disponiamo di informazioni successive alla visita parrocchiale del 1589 fino al 1935, data in cui San Quilico è oggetto di notevoli rifacimenti. Nuovi cantieri di restauro saranno intrapresi nel 1970, 1976 e 2009.

Coroneo Roberto, Chiese romaniche della Corsica. Architettura e scultura (XI-XIII secolo), Cagliari, 2006.
Coroneo Roberto, Architettura romanica dalla metà del mille al primo ‘300, Nuoro, 1993.
Moracchini-Mazel Geneviève, Les églises romanes de la Corse, T. 1, 2. Paris, 1967.