Le chiese
Provincia di Pisa » Le Chiese
Badia dei Santi Salvatore, Giusto e Clemente
Borgo San Giusto, 56048 Volterra, Pisa, Toscana, ItaliaLa Chiesa
La storia della badia dei Santi Salvatore, Giusto e Clemente è una storia che corre di pari passo alle vicende delle balze volterrane, molto vicine alle strutture. Le balze sono pareti argillose, ripide e franose che caratterizzano da sempre il paesaggio volterrano, fonte di ispirazione per viaggiatori, pittori e scrittori che lo hanno attraversato.
A causa di eventi franosi il complesso ha perduto nel tempo una parte delle sue strutture originarie e nel corso dell’Ottocento è stato abbandonato dai monaci camaldolesi che lo hanno custodito per secoli.
All’interno della chiesa allievi di Giotto realizzarono nel Trecento importanti affreschi. Di questo ciclo pittorico oggi non rimane purtroppo traccia.
Descrizione »
Recentemente messo in sicurezza, il complesso presenta diverse fasi costruttive: la chiesa ha mantenuto le caratteristiche medievali, mentre il monastero mostra la duplice veste architettonica cinquecentesca e settecentesca.
L’edificio religioso conserva il fascino tipico delle strutture monastiche: impianto absidato a T, campanile a torre su un lato, murature perfettamente squadrate.
Un tempo l’interno era spartito in tre navate da colonne ed era coperto da un tetto a capriate; oggi rimane un’aula unica scoperchiata: nel 1895 è crollato il tetto e le colonne sono state trasferite sul prato antistante la nuova chiesa di San Giusto.
Il paramento murario della chiesa è stato realizzato in pietre squadrate poste in opera su filari orizzontali e testimonia la grande abilità dei monaci costruttori che viaggiavano per il territorio diffondendo il loro sapere.
All’interno del monastero rimangono il chiostro, il refettorio, le cucine, il dormitorio, le stalle ed altri ambienti di uso quotidiano.
Storia »
La tradizione vuole che l’abbazia sia sorta nel luogo in cui avevano dimorato nel VI secolo i santi vescovi Giusto e Clemente. Inizialmente il complesso era costituito da due piccole chiesette, dedicate una a San Giusto e l’altra a San Clemente.
Le prime notizie documentarie relative alla fondazione della chiesa attuale, dedicata al Santo Salvatore, e delle strutture monasteriali risalgono ad un periodo compreso tra il 1030 e il 1034.
Agli inizi del XII secolo la badia viene annessa all’ordine camaldolese e l’intero complesso viene restaurato e ampliato.
Alla fine del Quattrocento l’ordine camaldolese rinuncia al governo della badia, inizia la fase degli abati commendatari: personaggi appartenenti ad importanti famiglie nobiliari che conducono la badia come un bene redditizio.
Tra la metà del XVI e il XVII secolo le strutture monastiche vengono ristrutturate ed abbellite. Anche la chiesa viene modificata: si realizza una nuova facciata, si costruiscono nuovi altari e si commissionano nuove pale d’altare. La critica attribuisce il progetto generale a Bartolomeo Ammannati, ma studi in corso ne stanno verificando l’attribuzione.
Nel 1627 una parte della vecchia chiesa di San Giusto crolla nelle balze e la sua cura viene trasferita alla chiesa di San Salvatore.
Intorno alla seconda metà del Settecento sono documentati ulteriori interventi sull’intero complesso. In particolare si ricostruiscono il coro e la tribuna della chiesa e si restaura il tetto della navata maggiore. L’abate Inghirami fa sistemare la facciata, ormai scollegata dal resto della chiesa.
Opere »
Un tempo all’interno del monastero si conservavano importanti opere pittoriche attribuite alla scuola di Giotto, al Ghirlandaio, al Botticelli, a Mascagni, a De Witte e a Franceschini. Tali opere hanno subito sorti diverse: in parte sono andate perdute, come nel caso degli affreschi che decoravano gli interni della chiesa, in parte sono state alienate durante le soppressioni avvenute tra Settecento e Ottocento, in parte sono oggi musealizzate.
Rimangono in loco all’interno del refettorio i bellissimi affreschi che il pittore fiorentino Donato Mascagni ha realizzato sulle pareti, raccontando le storie della vita di San Giusto.
Numerosi reperti scultorei e architettonici appartenenti alla chiesa di San Salvatore e alla chiesa vecchia di San Giusto si trovano oggi murati nelle sale del Museo Guarnacci e nelle sale del Museo di Arte Sacra di Volterra.
Presso la Biblioteca Comunale Guarnacci, collocata nel centro storico cittadino, si conserva invece la ricca collezione di manoscritti, documenti e incunaboli un tempo appartenenti al monastero.
Restauri »
Nel 1819 crolla la volta sottostante il dormitorio dei monaci, prossimo al campanile. L’evento peggiora le condizioni statiche, già pessime, dei tetti del monastero e della chiesa. I monaci però non hanno risorse economiche sufficienti per intervenire.
Il 15 novembre viene stesa una perizia dagli ingegneri Pasetti e Ristori per rimediare al problema delle balze, il 4 dicembre 1819 si chiede anche il parere dell’architetto Gaetano Baccani, che trova la chiesa in pessimo stato, minacciata dalle balze e mal fondata: le mura della chiesa strapiombano, le volte sono aperte, le mura sono scollegate. Gli intercolumni delle navate della chiesa sono disassati. Baccani decide di ricollegare le murature e di costruire tre contrafforti sul fianco esterno settentrionale della chiesa.
Nonostante questi interventi, nel 1861 i monaci sono costretti ad abbandonare il complesso per il rapido progredire delle balze. Nel 1866 il Governo italiano decreta la soppressione del monastero, che viene ceduto a proprietari privati.
Nel 1895 crollano i tetti della navata della chiesa, che da allora rimane scoperta. Nel 1936 il Comune di Volterra intima ai proprietari di interdire l’accesso delle persone nelle parti pericolanti dell’ex chiesa monasteriale, isolando i ruderi della chiesa con un robusto recinto chiuso. Il Comune ordina di rafforzare la torre campanaria e di intervenire sulla facciata pericolante.
Recentemente il complesso è stato messo in sicurezza dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, proprietaria dell’immobile insieme al Demanio.
Bibliografia »
A. Furiesi, E. Veracini, “Santissimo Salvatore presso la Badia Camaldolese. Storia e architettura”, in A. Furiesi, U. Bavoni, P. G. Bocci, Chiese di Volterra, Pontedera, Bandecchi e Vivaldi, vol. III, 2008, pp.119-156.
La Badia Camaldolese, a cura di A. Furiesi, con testo di D.Ulivieri, Pisa, Felici, 2008.
Dove si trova
Genti e Leggende
Giusto e Clemente, vescovi di Volterra
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