La Chiesa
Inserita in un contesto naturalistico di grande suggestione costituito da colline coperte da boschi, vigneti e oliveti, la badia di Morrona appartiene attualmente ad una tenuta privata.
La leggenda vuole che il monastero sia stato fondato dal longobardo ariano Radari, convertitosi al cristianesimo dopo l’arrivo dei monaci di San Colombano in Valdera.
Nel XII secolo sarebbero sorti la chiesa attuale e il monastero, che alla fine del Quattrocento è stato trasformato in una villa di campagna dai vescovi volterrani.
All’interno si conservava un tempo una bellissima “Madonna” attribuita al maestro di San Torpé.
Descrizione »
La badia di Morrona rientra tra le fondazioni di monasteri da parte di famiglie laiche, in questo caso si tratta della famiglia dei Cadolingi. Questa strategia era utilizzata nel tentativo di conservare il patrimonio familiare.
Nel XII secolo l’ordine camaldolese acquisisce il complesso: la chiesa viene ristrutturata e assume la configurazione a T con transetto sporgente, oggi non più percepibile all’esterno, e torre campanaria a fianco, poi sostituita da un campanile a vela situato sul tetto. Alle ali del transetto si accedeva attraverso due arcate, come nella chiesa di Querceto.
Sia all’esterno che all’interno si conservano caratteristiche costruttive e decorative romaniche.
All’esterno la facciata è caratterizzata da un ordine inferiore costituito da tre arcate cieche e da una finestra superiore aperta in epoca moderna.
All’interno spicca la sopraelevazione del presbiterio, cui non corrisponde però una cripta sottostante. Sul lato sinistro del transetto si apre una porta che conduceva direttamente al monastero.
L’abside romanica con le tre monofore strombate è oggi inglobata all’interno della villa.
Storia »
Nonostante una leggenda attribuisca la sua costruzione al longobardo ariano Radari, i documenti riportano che il monastero fu costruito nel 1089 da Ugo II della famiglia dei Cadolingi e da sua moglie Cilia, in una posizione poco più a nord del loro castello.
Sorto come monastero di famiglia, nel 1109 il complesso viene affidato all’ordine dei monaci camaldolesi. A questa fase risale la costruzione della chiesa, dedicata a Santa Maria e a San Benedetto, secondo il consueto schema monastico della pianta a T.
Dotato di terre, case, vigne, boschi e mulini situati nel territorio circostante, il monastero ha prosperato fino al 1482, quando è divenuto forzosamente proprietà del vescovo di Volterra.
Il complesso monastico è stato quindi adibito a residenza signorile e mostra ancora oggi le tracce della sua complessa trasformazione.
Nel 1865 il Demanio dello Stato è divenuto proprietario del complesso ed è stato in seguito alienato a privati.
Opere »
Un tempo sull’altare maggiore si trovava un’antica icona: la “Madonna” del maestro di San Torpé, databile al XIV secolo, a cui la comunità religiosa era molto devota.
Sulle pareti laterali rimangono gli affreschi dei dodici apostoli, realizzati nel XVI secolo e restaurati nel Settecento per mano del pittore Domenico Tempesti.
Restauri »
La chiesa ha subito vari rimaneggiamenti nel corso dei secoli, in particolare nel XVI secolo per gli adeguamenti ai canoni controriformati e nel XVIII secolo.
Il complesso monastico è stato trasformato prima in residenza vescovile e poi in villa signorile. Nel cortile interno si intravedono ancora le strutture laterizie del chiostro e si percepiscono le forme originarie, recuperate in un restauro ottocentesco. Successivamente frazionato in diverse proprietà, il complesso è stato recentemente recuperato e trasformato in tenuta agricola.
Bibliografia »
M. A. Giusti, Le ville della Valdera, Pontedera, Ecofor, 1995, pp.102-103.
S. Scalfati, La Badia di Morrona e il suo territorio nel medioevo e in età moderna, Pisa, Pacini, 2009.
Dove si trova