La Chiesa
Al centro dell’antico borgo di Tratalias, disabitato perché il paese moderno si è spostato a breve distanza, si erge imponente la chiesa dedicata a Santa Maria, già cattedrale della diocesi di Sulcis.
Santa Maria è costruita in pietre vulcaniche e calcaree nel XIII secolo e si presenta a tre navate scandite da arcate su pilastri, con abside orientata a nordest e copertura in legno. Sono elementi di interesse i decori presenti all’interno e all’esterno della chiesa, che ripetono con infinite varianti il motivo della foglia aguzza ricurva. Attorno all’edificio si organizza l’antico borgo di Tratalias, oggi completamente restaurato ed valorizzato mediante l’organizzazione di eventi e mostre.
Descrizione »
L’edificio fu costruito in pietre vulcaniche e calcaree nel XIII secolo e si presenta a tre navate scandite da arcate su pilastri, con abside orientata a nordest e copertura in legno. La facciata della chiesa è scandita da cornici orizzontali. Nella parte bassa si apre il portale, fiancheggiato da due lesene e sormontato da archetti su mensole. Una doppia cornice distanziata di poche decine di cm crea uno spazio di rispetto tra la parte bassa del prospetto e la parte alta, al centro della quale si trova un’apertura circolare al di sotto di una serie di archetti.
Peculiarità della Santa Maria di Tratalias è la scala, costituita da una serie di lastre litiche infisse in facciata e che parte dall’interno della chiesa, realizzata per la manutenzione dei tetti. Lesene e archetti corrono lungo i muri perimetrali di tutto l’edificio. Nel fianco sud si apre un portale identico a quello in facciata, mentre nel fianco settentrionale l’ingresso laterale è aperto in rottura del paramento murario originale.
Storia »
La cronologia dell’edificio è fissata dall’epigrafe di fondazione dello stesso, datata 1213 e murata all’interno dell’abside. Poco prima di questo momento è ipotizzabile lo spostamento della sede diocesana da sant’Antioco di Sulci proprio a Tratalias.
Un’altra iscrizione è collocata nella parte interna della facciata e celebra il pulpito, oggi perduto, realizzato dallo scultore Guantino Cavallino del quartiere cagliaritano di Stampace nel 1282. Ancora un’epigrafe è collocata all’esterno, nel prospetto principale, ed è a carattere funerario. Riporta i nomi di due vescovi sulcitani, Alberto e Aimo, trasferiti da Sant’Antioco, già sede di diocesi, nella nuova cattedrale a Tratalias.
Opere »
Sono elementi di interesse i decori presenti all’interno e all’esterno della chiesa, che ripetono con infinite varianti il motivo della foglia aguzza ricurva. Questi motivi ornamentali si trovano all’esterno nelle mensole su cui poggiano gli archetti nella parte terminale dei muri così come all’interno, negli appoggi per la copertura lignea del tetto e nei due mensoloni in pietra infissi nella parte interna della facciata. Da notare anche l’architrave del portale settentrionale, che reca scolpito il motivo dei leoni affrontati.
Restauri »
Nel corso del XX secolo una serie di interventi di restauro ha portato alla sostituzione di ampie parti della muratura.
Bibliografia »
Roberto Coroneo, Architettura romanica dalla metà del mille al primo ‘300, Nuoro, 1993. Roberto Coroneo, Renata Serra, Sardegna preromanica e romanica, collana “Patrimonio artistico italiano”, Milano, 2004.Roberto Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico-culturali, Cagliari, 2005.
Dove si trova