Territorio di precoce cristianizzazione, l'Alto Tirreno si organizza ben presto in diocesi, cui afferiscono le chiese battesimali, da cui a loro volta dipendono altre chiese minori.
A questa gerarchia corrisponde generalmente una differenza di impianto: pur tutte a sviluppo longitudinale con abside a oriente, solo le cattedrali e le principali chiese cittadine e, nel contado, le pievi, si articolano in tre navate, spesso divise da colonne e capitelli di spoglio, come nelle basiliche paleocristiane, a sottolineare così anche nelle forme architettoniche quel ritorno alla spiritualità originaria che la Riforma Gregoriana vuole ottenere nei costumi.
Provincia di Lucca
Le chiese ricostruite o fondate nel corso del XII secolo in area lucchese si caratterizzano per l’adozione dello schema planimetrico basilicale: edifici a tre navate generalmente senza transetto con unica abside semicircolare. Le navate sono suddivise da colonne – talora con capitelli classici di reimpiego - che sostengono archi a pieno centro; fanno eccezione alcuni edifici, tra cui le chiese della Versilia, in cui le colonne sono sostituite da pilastri.
Questa tipologia era adottata per le chiese più importanti: le pievi - vale a dire le chiese in cui si poteva amministrare il battesimo - nel contado, le chiese Sedali – quelle in cui poteva celebrare l’Arcivescovo – in città. Negli edifici minori, soprattutto in campagna, prevale l’adozione della pianta ad aula unica. In tutti i casi, la copertura era realizzata a capriate lignee.
Tutto questo vale anche per le chiese monastiche più antiche, che esemplano la propria struttura sulle pievi presentando un’analoga pianta basilicale a tre navate, mentre varia radicalmente il quadro con le fondazioni, nella seconda metà del Duecento, degli ordini francescani e domenicani, le cui esigenze di predicazione si traducono nell’adozione dell’aula unica.
Provincia di Pisa
Lungo gli itinerari individuati sono state costruite diverse tipologie architettoniche: pievi, chiese monastiche, chiese parrocchiali di patronato privato.
Nell’itinerario del volterrano sono stati inseriti anche la cattedrale e il battistero, che rappresentano un significativo esempio di commistione di stili diversi.
Le pievi pisane sono per lo più edifici a tre navate con abside e senza transetto. Le navate sono suddivise da colonne, con capitelli decorati, talora di reimpiego, che sostengono arcate a tutto sesto o a sesto rialzato. L’area presbiteriale è spesso sottolineata dalla presenza di pilastri.
Le chiese monastiche presentano la caratteristica conformazione a T. Hanno una navata unica con transetto e un’unica abside centrale. Il campanile è spesso collocato sul fianco settentrionale, mentre i chiostri, oggi non più documentati, si aprivano sul fianco meridionale.
Sul territorio pisano sono presenti anche diverse chiese di patronato privato, che le famiglie nobili fecero costruire per testimoniare il loro prestigio sociale. Sono edifici di piccoli dimensioni, a navata unica, con o senza abside, realizzati con tecniche costruttive specializzate e raffinate. In alcuni casi è presente un piccolo campanile a vela sulla facciata.
Sardegna
Il repertorio delle piante annovera anzitutto il tipo di chiesa a impianto longitudinale, con abside semicircolare a est. Le cattedrali e le chiese più importanti hanno tre navate, divise da arcate su colonne o su pilastri. I capitelli sono talvolta esemplari in marmo di età romana, di reimpiego. Le navate possono avere coperture lignee o volte in pietra. Furono realizzate volte a botte, con o senza sottarchi, o a crociera.
Diverse chiese, soprattutto nel XII secolo, ebbero un sistema di copertura misto: soffitto ligneo nella navata centrale e volta a botte o a crociera nelle laterali. I tetti esterni sono quasi sempre in tegole. Altro tipo di pianta è quello a due navate, entrambe con absidi, usato per un gruppo di edifici del XII-XIII secolo, spesso con volta a botte.
La maggior parte delle chiese romaniche della Sardegna, specie quelle di dimensioni minori, hanno però pianta a navata unica, prevalentemente coperta in legno. In questo tipo di edificio caratterizzato da semplicità costruttiva manca il campanile a canna, sostituito da quello a vela innalzato sulla facciata.
Corsica
A eccezione delle cattedrali, a pianta basilicale, questi edifici furono caratterizzati dall’omogeneità territoriale dei materiali di struttura principale e di copertura, costituendo così un’unica tipologia d’impianto: una navata di pianta allungata e prolungata da un’abside.
Nella maggior parte dei casi, tale omogeneità si riflette anche a livello dei rivestimenti, con capriate in legno a vista per la navata e absidi a catino, nonché a livello delle coperture, con lastre di scisto o tegole romane.