La Chiesa
La chiesa romanica di San Gavino sorge nella parte meridionale di Porto Torres, nel cosiddetto Monte Agellu, tra due cortili denominati rispettivamente Atrio Comita e Atrio Metropoli e sopra due chiese più antiche, risalenti al V-VI secolo, delle quali sono stati trovati resti archeologici.
È di grande interesse sia per le sue ragguardevoli dimensioni sia per la particolare pianta, longitudinale a tre navate terminante con due absidi contrapposte, che ne fanno un unicum in Sardegna. Di notevole interesse è il portale dell’XI secolo collocato a nordovest, così come i capitelli dell’interno, che sovrastano le ventidue colonne che scandiscono lo spazio basilicale.
Descrizione »
L’edificio, con pianta ad absidi contrapposte e di ragguardevoli dimensioni, fu costruito in calcare a partire dall’abside orientale. Si presenta a tre navate, scandite da arcate su colonne con bellissimi capitelli marmorei di reimpiego, scolpiti in età romana. La navata centrale è coperta in legno, le laterali con volte a crociera. Lungo il perimetro esterno arcate su lesene scandiscono il ritmo del bel paramento murario. Sono di notevole interesse i portali. Di questi uno è romanico ed è collocato sul fianco settentrionale, l’altro, gotico-catalano, si apre a sud.
Storia »
La cittadina di Porto Torres occupa il sito della colonia romana di Turris Libisonis, fondata nel I secolo a.C. Scavi archeologici hanno restituito tracce di un ponte e di un complesso termale conosciuto come Palazzo di Re Barbaro. Questo nome trarrebbe origine dall’autorità romana che avrebbe ordinato il supplizio di Gavino, martire locale vissuto agli inizi del IV secolo.
La basilica di San Gavino ha ricoperto il ruolo di cattedrale fino alla metà del XV secolo. La più antica citazione del titolo risale al 1065 circa ed è contenuta nel Condaghe di San Pietro di Silki. Fonti sulla storia della basilica sono l’Inventio Corporum Sanctorum Martyrum Gavini, Proti et Ianuarii, ascritta al XIII-XIV secolo, e appendice della Passio che riporta le vicende di Gavino, Proto e Gianuario protomartiri turritani, unitamente al Condague di fondazione e consacrazione della basilica, apografo del XVII secolo. Da questa fonte si apprende della costruzione della basilica per volontà di Gonario-Comita di Torres per adempiere ad un voto, e della conclusione dei lavori sotto l’egida del figlio Torcotorio-Barisone I de Lacon-Gunale, sovrano nel 1065.
Nel XVII secolo furono rinvenuti resti ritenuti le sacre reliquie proprio di San Gavino, e dei suoi compagni di martirio Proto e Gianuario. Per conservare queste sacre spoglie fu edificata una cripta, al di sotto della chiesa, ancora oggi visitabile.
Opere »
Di notevole interesse è il portale dell’XI secolo collocato a nordovest. Già restaurato in età aragonese, si compone di elementi marmorei, tra cui capitelli decorati con figure animali, motivi geometrici e figure umane. Si presti attenzione al rilievo della lunetta, molto rovinato e per questo custodito all’interno della chiesa, che presenta una scena di combattimento tra cavalieri.
Altrettanto rilevanti sono i capitelli dell’interno, che sovrastano le ventidue colonne che scandiscono lo spazio basilicale. Questi per la maggior parte sono di età tardo romana o bizantina, riutilizzati nella fabbrica romanica, e tra questi si distinguono tre esemplari con colombe rilavorati in epoca altomedievale. Solo due sono contemporanei alla costruzione della basilica. L’ingresso alla chiesa avviene attraverso l’imponente portale quattrocentesco aragonese, a due aperture.
Restauri »
La basilica di San Gavino è stata sottoposta, dai primi anni del XX secolo fino al 1976-78, ad una serie di radicali restauri che hanno condotto all’isolamento dell’edificio mediante la demolizione di corpi di fabbrica successivi all’impianto della chiesa, ma tuttavia presumibilmente di epoca aragonese.
Bibliografia »
Roberto Coroneo, Architettura romanica dalla metà del mille al primo ‘300, Nuoro, 1993. Roberto Coroneo, Renata Serra, Sardegna preromanica e romanica, collana “Patrimonio artistico italiano”, Milano, 2004.Roberto Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico-culturali, Cagliari, 2005.
Dove si trova