La Chiesa
Lungo la strada che dal Logudoro conduce alla Gallura si trova Ozieri, bella cittadina nel cui territorio si trovano numerosi centri di interesse. Prima fra tutti merita una visita la maestosa chiesa intitolata a Sant’Antioco, ex cattedrale, in territorio comunale ma lontana dal centro urbano. Al XII secolo si riconduce la realizzazione dell’aula a tre navate scandite da arcate su colonne, dell’abside, orientata ad est, e del campanile a pianta quadrata addossato al fianco meridionale. Al XIII secolo risale la realizzazione di un portico su due piani, addossato alla facciata.
Nel territorio si ricorda anche l’odierna chiesa cattedrale che ospita una serie di pregevoli dipinti del XVI secolo e la chiesa intitolata a San Nicola, ai margini del paese, che presenta ancora parti ascrivibili al XII secolo.
Descrizione »
Alla metà del XII secolo appartiene l’aula a tre navate scandite da arcate su colonne, l’abside, orientata ad est, e il campanile a pianta quadrata addossato al fianco meridionale. All’interno la navata centrale è coperta in legno, quelle laterali in muratura, con volte a crociera. Spicca l’utilizzo del materiale costruttivo, vulcanite bruno-rossastra, utilizzata nell’abside per realizzare losanghe gradonate anche con l’inserimento di tufo di colore verde. Al XIII secolo risale la realizzazione di un portico su due piani, addossato alla facciata. La parte bassa, voltata a crociera, funge da atrio di ingresso alla chiesa, mentre il piano superiore era la cappella vescovile, collegata direttamente all’episcopio che sorgeva lungo il fianco sud della cattedrale e di cui oggi sono visibili tratti delle parti basali.
Storia »
La diocesi di Bisarchium/Guisarchum è attestata nei documenti dal 1065-82, con i vescovi Nicodemus e Gavinus, fino al 1503 quando fu unita alle diocesi di Ottana e Castra e spostata ad Alghero. Grazie ad un documento della fine dell’XI secolo si apprende che il sovrano di Torres Costantino de Lacon con la consorte intendevano rinnovare una donazione già registrata in un documento andato perduto «cando arserat sa ecclesia de Guisarchu». Si può dunque ipotizzare che a Bisarcio già nell’XI secolo esistesse una chiesa, poi però distrutta da un incendio e ricostruita a partire dalla metà del XII secolo.
Opere »
All’interno della chiesa sono da notare i capitelli, realizzati in prevalenza con motivi decorativi vegetali ad eccezione dell’ultimo a sinistra prima del presbiterio. Questo, che sovrasta un pilastro, è decorato con figure umane. Tra gli elementi di interesse si segnalano i decori della parte inferiore del portico e un particolare camino a forma di mitria all’interno della cappella vescovile.
Restauri »
Nel corso del XX secolo, a partire dal 1958, una serie di restauri ha portato alla sostituzione di numerose parti originali. Tuttavia questi interventi non alterano il fascino dell’edificio, notevole nella esuberante decorazione scultorea del portico d’ingresso.
Bibliografia »
Roberto Coroneo, Architettura romanica dalla metà del mille al primo ‘300, Nuoro, 1993. Roberto Coroneo, Renata Serra, Sardegna preromanica e romanica, collana “Patrimonio artistico italiano”, Milano, 2004.Roberto Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico-culturali, Cagliari, 2005.
Dove si trova