La Chiesa
Al centro del capoluogo gallurese si trova l’ex cattedrale di San Simplicio, la più grande e significativa chiesa romanica della zona. Eretta in una zona cimiteriale oggi inglobata nell’abitato, l’edificio è a tre navate scandite da arcate su colonne con abside ad ovest e si presenta con forme del XII secolo.
Olbia, porta della Costa Smeralda, si trova al centro della Gallura, nota certo per le sue località turistiche, ma che meriterebbe di essere visitata anche prestando attenzione ai suoi monumenti ed allo straordinario contesto paesaggistico, che ne fa una delle parti più interessanti dell’intera isola.
Descrizione »
L’edificio è a tre navate scandite da arcate su colonne e con abside ad ovest. Proprio questo dettaglio, inusuale e riconducibile forse all’intenzione di realizzare una chiesa ad absidi contrapposte, la rende differente rispetto a molti degli altri monumenti romanici del panorama isolano.
Questa chiesa si differenzia dalle altre anche per il materiale costruttivo, il granito, facilmente reperibile in Gallura. La navata centrale ha copertura lignea, quelle laterali sono in muratura, a botte. Parte delle coperture delle navate laterali e dei muri della chiesa fu realizzata in cotto, forse per alleggerire la muratura a causa dell’eccessivo peso delle previste coperture in granito. L’inserimento di queste fasce di materiale diverso è tutt’oggi dato peculiare dell’edificio e elemento di interesse per gli studiosi.
Storia »
Il territorio dove sorge la chiesa di San Simplicio documenta una presenza umana continua dal Neolitico antico all’Altomedioevo. La sede diocesana è attestata con il nome di Fausiana nel VI secolo e come Civita dal 1113-16, con il vescovo Villanus, per arrivare fino al 1503. Non vi sono attestazioni documentarie sulla realizzazione della chiesa, eretta entro il primo quarto del XII secolo.
Opere »
In granito sono stati realizzati i capitelli, appositamente per la fabbrica della chiesa e tipici del primo romanico: uno è decorato con teste d’ariete, uno con teste umane, mentre un terzo è di tipo geometrico. Nell’abside si trovano oggi tre pannelli che recano affreschi staccati, provenienti dalla stessa chiesa di San Simplicio. Questi dipinti, romanici, sono purtroppo molto deteriorati e quindi difficilmente leggibili. Si individuano due vescovi, riconosciuti come San Simplicio e San Vittore, e frammenti di un corteo di fedeli.
Bibliografia »
Roberto Coroneo, Architettura romanica dalla metà del mille al primo ‘300, Nuoro, 1993. Roberto Coroneo, Renata Serra, Sardegna preromanica e romanica, collana “Patrimonio artistico italiano”, Milano, 2004.Roberto Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico-culturali, Cagliari, 2005.
Dove si trova