La Chiesa
Ai margini dell’abitato di Norbello si trova la chiesa intitolata a Santa Maria della Mercede, costruita nel XII secolo. Il piccolo edificio è in una conca alberata al di sotto del piano stradale e affiora come un gioiello tra le case di questo centro dell’oristanese. Realizzata in pietra vulcanica, è a navata unica con copertura in legno e abside orientata a nordest. All’interno della chiesa corre lungo i fianchi, su filari ad una stessa altezza, un’iscrizione dipinta intervallata da croci clipeate, in cui vengono riportati i nomi di alcuni personaggi locali.
Descrizione »
Interamente realizzata in pietra vulcanica, è a navata unica con copertura in legno e abside orientata a nordest. L’edificio si distingue per le sue linee sobrie, con muri lisci e privi di decorazioni o membrature verticali. L’analisi del paramento murario rivela un rifacimento che riguardò la parte terminale dell’edificio e la sua copertura. La chiesa spicca per la perfetta tecnica costruttiva, con l’utilizzo di pietra vulcanica di media grandezza accuratamente lavorata.
Storia »
La più antica attestazione documentaria del titolo, Sancta Maria de Norgillo, si ritrova in un documento databile tra il 1146 e il 1185 e contenuto nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado. Un altro atto, databile al 1229, cita tra i testimoni Barusone Pinna e Dorgotorio de Sogos, questo come curatore de Norghillos. Entrambi i nomi si trovano riportati nell’iscrizione dipinta ritrovata all’interno della chiesa. Tuttavia non vi sono fonti precise che attestino la costruzione della chiesa, collocata nella seconda metà del XII secolo.
Opere »
All’interno della chiesa corre lungo i fianchi, su filari ad una stessa altezza, un’iscrizione dipinta intervallata da croci clipeate, in cui vengono riportati i nomi di alcuni personaggi locali, Barusone Pinna e Dorgotorio. Questa iscrizione, collocata a circa 160 cm da terra, è stata scoperta in seguito all’asportazione dell’intonaco all’interno di Santa Maria della Mercede. Essa si caratterizza per l’uso contemporaneo di due caratteri grafici differenti, la minuscola carolina e la maiuscola onciale.
Restauri »
Una serie di interventi di restauro e consolidamento si è resa necessaria nella seconda metà del XX secolo per scongiurare il crollo dell’edificio a causa del divaricamento dei fianchi derivante da un cedimento del suolo sottostante. In questo ambito si è riscontrato come i muri perimetrali della chiesa poggiassero sopra sepolture altomedievali, che hanno restituito una serie di oggetti di grande interesse quali, tra gli altri, orecchini d’argento variamente lavorati.
Bibliografia »
Roberto Coroneo, Architettura romanica dalla metà del mille al primo ‘300, Nuoro, 1993. Roberto Coroneo, Renata Serra, Sardegna preromanica e romanica, collana “Patrimonio artistico italiano”, Milano, 2004.Roberto Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico-culturali, Cagliari, 2005.
Dove si trova